Gastronomia Vegan e abbinamenti col Vino… il tutto condito in salsa “piccante”: è arrivato Cicciobacco!

Ciao, sono Cicciobacco, non sono grasso, ma neanche magro. Adoro il vino e sono (tendenzialmente) vegano.

Non apprezzo quindi che la cosa più intelligente che si riesca a scrivere dietro una bottiglia di vino (od ovunque altro) sia “si abbina bene con cacciagione o selvaggina o carni rosse o formaggi stagionati“… e molti poi fanno anche i sofisticati atteggiandosi ad esperti… ma un po’ di fantasia per diamine!

E poi hanno anche il coraggio di domandarti “ma cosa ti mangi?“, senza accorgersi che sono loro quelli che mangiano, se gli va bene, i cadaveri di 4-5 specie animali e qualche decina di altre porcherie, probabilmente la cosa più vicina ad una verdura che conoscono è il ketchup. Che gran varietà gastronomica!

Se volessi considerare solo le crucifere che ho scoperto e assaggiato dopo essere diventato vegano non basterebbe, per elencarle, l’archivio di quel motore di ricerca famoso. Ma basta polemiche, ci sarà tempo per farle, anche più pungenti e provocatorie di questa. Cercherò di spiegarvi adesso il motivo ed i propositi di questo blog.

Saranno ormai almeno due anni che ho aderito ad uno stile di vita più salutare, più attento alla natura e più aperto alla spiritualità ed alla meditazione. Ma questo non significa (per forza o come quasi tutti pensano) dover rinunciare a qualcosa.

Si cerca di evitare di far del male a qualsiasi essere vivente, iniziando da se stessi (dato che gli alimenti di orgine animale fanno male alla salute) passando per gli animali e arrivando alle piante, si perché credo che l’alimentazione perfetta per l’uomo, quella di Adamo ed Eva quando erano ancora nel giardino dell’Eden, sia quella fruttariana.

Niente paura! Il vino si fa con l’uva che, non ci crederete, è un frutto, non la parte di un maiale o un manzo, quindi a determinate condizioni può essere accettato non solo nella dieta vegetariana, non solo in quella vegana, ma anche in quelle più rigide come il vegan-crudismo (corrente alla quale mi sento vicino, soprattutto alle idee di Valdo Vaccaro) e appunto il fruttarismo.

Perché a “determinate condizioni”? Man mano le approfondiremo (devo farlo prima io a dir la verità 😉 ) e cercheremo aziende che lavorano con tutti o parte di questi criteri. Spesso infatti nel vino vengono aggiunte, oltre ai classici solfiti e sostanze varie, chiarificanti ed addensanti di origine animale come la colla di pesce, l’ovoalbumina, la chitina, il sangue di bue e altri. Alcuni sono “ammessi” anche nei vini biologici. Quindi essere coerenti è molto difficile. Ma niente di così tragico, ho avuto infatti la fortuna di parlare con un responsabile di una grossa azienda vinicola campana che mi ha assicurato che nei vini di una certa importanza non ci sarebbero queste (scusate il termine) “schifezze”.

Ma come capirlo? Esistono delle certificazioni, ma esse stesse sono sia la soluzione che parte del problema; infatti sono un modo molto semplice per “fare soldi”. La sicurezza non ce la può dare nessuno se non l’azienda produttrice stessa, certificata o no. Infatti, volendo restare solo sul biologico, le aziende che espongono il logo in etichetta sono solo una piccola parte di quelle che lavorano in questo modo. Ma non divaghiamo oltre.

Avrete capito quindi quali sono due dei tre pilastri portanti di questo blog: vino ed alimentazione vegana. Manca il terzo che comunque non si discosta tanto dai primi due… il peperoncino piccante!

Lo scorso anno è stato il primo che ho coltivato, da me, per la prima volta, alcune delle varietà di peperoncino più piccanti esistenti al mondo. Sto parlando di peperoncini della famiglia “capsicum chinense” come il Carolina Reaper, il Trinidad Moruga Scorpion Rosso e Giallo, un paio di varietà di Seven Pod, qualche Habanero, Naga Morich, Bhut Jolokia e alcune altre cultivar più o meno comuni.

Seguirò quindi insieme a voi l’iter di semina, trapianto, coltivazione, raccolta e… assaggio! Proverò poi ad aprire una piccola vetrina dove potrete acquistare semi, peperoncini freschi appena raccolti o secchi macinati… giusto il tempo di capire come sistemare il tutto burocraticamente.

Manca una piccola parentesi sulla scelta del nome “cicciobacco.it“. Inizialmente avevo deciso e acquistato il dominio “baccovegano.it” (che adesso punta qui), ma poi mio figlio mi ci ha fatto ripensare, una delle sue storielle preferite, che gli viene raccontata spesso dal nonno, parla di questo Cicciobacco a cui piace il vino ed il cibo… perché no quindi? Suona anche bene ed è facile da ricordare. Mai avuto un dominio migliore, e poi così non resto troppo legato al veganismo e posso parlare, qualche volta, anche di pizza senza far arrabbiare nessuno…

Credo che, come presentazione di questo nuovo progetto, vi abbia detto abbastanza, le idee questa volta sono chiare, vanno definiti i particolari e vanno seguiti gli sviluppi. Se avete domande fatele pure nei commenti…

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