I miei peperoncini della stagione 2015

Trinidad Moruga Scorpion

Trinidad Moruga Scorpion

Sono circa tre mesi che non scrivo sul blog. È stato uno dei periodi più intensi della mia vita, fra ristrutturazione casa e poi trasloco, con due bambini piccoli al seguito, trovare anche solo il tempo di accendere il computer per lavorare è stato difficile.

Nonostante tutto sono riuscito a portare avanti molte delle piante di peperoncino che avevo seminato a maggio.
La stagione è stata molto diversa dalla scorsa, una delle estati più calde della storia recente ha influito non positivamente sulle piante. Infatti ho notato una migliore crescita vegetativa delle stesse (sono più grosse e belle dello scorso anno) ma una peggiore resa produttiva.

Da fine agosto però, col leggero calare delle temperature, i fiori sono riapparsi numerosi sulle piante e a quanto pare riuscirò ad avere un raccolto fra fine settembre ed ottobre.

Ecco alcune foto dei primi frutti raccolti:

Peter’s Pepper

Peter's Pepper

Peter’s Pepper

Il Peter’s Pepper è un peperoncino che incuriosisce per la sua strana forma che ricorda un po’… è chiaro no? È di piccantezza media (massimo 30.000 SHU).

Fuoco della Prateria

Fuoco della Prateria

Fuoco della Prateria

Questa pianta ha due anni, è sopravvissuta in vaso sul balcone ad uno degli inverni più freddi avuti qui al sud negli ultimi anni, a due nevicate ed alla poca cura che gli ho potuto dare negli ultimi 5-6 mesi. I peperoncini assumono diversi colori durante il processo di maturazione: verde, bianco, viola, arancione e rosso. La piccantezza è medio-alta (fino a 95.000 scoville) ed il sapore è speciale, si sente molto l’aroma di peperone. Ideali da conservare sott’olio.

Little Elf

Little Elf

Little Elf

Più delicato e decisamente meno piccante (25-30.000 SHU) del Fuoco della Prateria, anche se gli somiglia molto, anche il Little Elf può essere definito un peperoncino ornamentale. Anche in questo caso il colore dei frutti cambia durante la maturazione ma l’effetto cromatico visivo è meno d’impatto. Adatti a chi ama una sfumatura di piccante nei cibi, non troppo forte. Io a volte li mangio così, appena colti dalla pianta.

Black Pearl

Black Pearl

Black Pearl

Questo peperoncino è prettamente ornamentale (anche se ovviamente è buono da mangiare), infatti non brilla per gusto o piccantezza (massimo 30.0000 SHU), ma i suoi frutti che si tingono prima di nero per arrivare al rosso a maturazione sono veramente belli.

Azteco

Fiore Azteco

Fiore del peperoncino Azteco

Azteco

Peperoncino Azteco

Anche l’Azteco è un peperoncino principalmente ornamentale, anche se la pianta cresce più dei tre precedenti. I fiori si colorano di un bellissimo violetto, i frutti sono neri per poi diventare rossi a maturazione. La piccantezza è quasi inesistente, non so se sia stata mai misurata, ma credo difficilmente superi i 5000 SHU.

Zimbabwe Bird Pepper

Zimbabwe Bird

Zimbabwe Bird Pepper

Se coltivata bene la pianta si sviluppa più in volume che in altezza, è molto prolifica ed i frutti sono molto piccanti (almeno 100.000 SHU, ma può arrivare anche a 300.000), dall’aroma dolce e tendente al peperone. Lo Zimbabwe Bird è chiamato anche, insieme ad altre cultivar simili, provenienti dall’Africa, Piri Piri.

Naga Morich

Naga Morich

Naga Morich

Passiamo ai peperoncini Capsicum Chinense, specie a cui appartengono i più piccanti del mondo. Il Naga Morich è originario del nord dell’India e nel Bangladesh, imparentato col Bhut jolokia (Guinnes World Record 2007 per piccantezza) può arrivare fino al milione di gradi scoville.

Carolina Reaper

Carolina Reaper

Carolina Raper, il peperoncino più piccante del mondo

Il Carolina Reaper è attualmente la cultivar più piccante del mondo che può raggiungere picchi di oltre 2,2 milioni SHU.

Non è ancora finita qui, ci sono anche altre varietà di peperoncino che sto coltivando, aspetto con ansia che maturino gli Aji Amarillo, gli Habanero rossi e chocolate, gli Spagna, i Rocoto, i classici Cayenna, i Rocoto, i Trinidad Moruga Scorpion Gialli (fra i miei preferiti).

Il mio intento è poi quello di scrivere qualcosa su ogni cultivar singolarmente con le mie impressioni sull’assaggio e sugli abbinamenti col cibo (col vino è un po’ difficile, soprattutto per i più piccanti).

Restate quindi sintonizzati su Cicciobacco, nei prossimi giorni ci saranno novità e torneremo presto a parlare di gastronomia vegan e vino.

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